Medicina Narrativa Il carattere terapeutico del femminile: la donna e la dimensione della cura

27 10 2011

La Sezione A.I.D.M. (Associazione Italiana Donne Medico) di Modena partecipa all’organizzazione di una serie di eventi che si svolgeranno nei prossimi giorni: tra cui vari incontri di Medicina Narrativa, un Convegno organizzato in collaborazione con l’Ordine dei medici di Modena sulla professione “al femminile” dal titolo “Ippocrate è donna? cambiamenti ed opportunità al femminile”.

I prossimi eventi, i quali si terranno entrambi a Modena, si terranno lunedì 14 e lunedì 28 novembre.Medicina Narrativa Il carattere terapeutico del femminile: la donna e la dimensione di cura





Incontro tra narrazioni ed evidenze per una sanità da trasformare

24 10 2011

Segnaliamo un importante incontro dal titolo appunto “Incontro tra narrazioni ed evidenze per una sanità da trasformare” di Medicina Narrativa che si terrà nei prossimi giorni (28 ottobre) presso il Palazzo delle Stelline di Milano a cura della fondazione ISTUD.

Alleghiamo qui il programma dell’evento. Noi saremo presenti, vi aspettiamo numerosi.istud_convegno





Bioetica e Medicina Narrativa: nuove prospettive di cura

27 09 2011

Si rinnova anche quest’anno il momento di confronto, curato dal Servizio di Bioetica dell’Ospedale Isola Tiberina, sulla Medicina Narrativa. L’appuntamento è per giovedì 6 ottobre 2011 alla Sala Assunta dell’Isola. Qui sotto trovate la locandina dell’evento in cui verrà inoltre presentato il libro dal titolo appunto “Bioetica e Medicina Narrativa” a cura di Enrico Larghero e Mariella Lombardi Ricci.





Viverla tutta, il progetto di Medicina Narrativa de LaRepubblica

14 09 2011

Pochi giorni fa laRepubblica ha lanciato un’importante iniziativa in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, la Asl 10 di Firenze e l’European Society for Health and Medical Sociology.

Si tratta di uno spazio aperto online all’interno del portale del quotidiano in cui vengono raccolte le testimonianze di persone che pur trovandosi a vivere una condizione di  malattia, propria o della persona che assistono,  cercano di non arrendersi agli eventi, ma, anzi, lottano con coraggio ogni giorno, senza cedere alla paura o abbandonarsi alla commiserazione.

Il progetto ha quindi lo scopo che da sempre si prefigge la Medicina Narrativa. Proprio per questo molte sono le affinità tra i nostri progetti e questo. L’obiettivo è quello di portare alla luce il valore della narrazione in ambito medico e terapeutico: non bisogna dimenticare che siamo noi, con la nostra indivisualità e volontà, i primi attori responsabili della lotta alla malattia.

Le storie di malattia contengono, infatti, una serie di elementi relativi alla percezione della malattia, alla sua interpretazione e al modo di affrontarla che, se correttamente raccolti, interpretati ed analizzati attraverso apposite tecniche e metodologie (quelle della Narrative Based Medicine, NBM, o Medicina Narrativa), possono contribuire a migliorare i percorsi di assistenza e cura, riconoscendo la centralità del paziente ed affermando l’importanza, per la medicina, di prendersi cura del malato e non solo della malattia.

Per tutti coloro che volessero inviare il proprio racconto o qualsiasi conributo narrativo può farlo qui: http://racconta.repubblica.it/speciale-salute-viverla-tutta

Qui potete leggere l’articolo legato al lancio dell’iniziativa: leggi l’articolo online. In formato pdf l’articolo pubblicato sul quotidiano.





Comunicare il cuore. L’importanza del rapporto medico paziente.

6 09 2011

Più volte abbiamo ribadito quanto sia importante che il medico sia un buon comunicatore. Cuore al centro, un progetto promosso dalla Fondazione Anna Maria Sechi per il Cuore, ha redatto un’ottima guida la quale si rivolge ai professionisti medici, una guida per un’efficace comunicazione tra medico e paziente.

Le linee guida si rivolgono in maniera accurata e attenta all’ambito acardiologico. Consigliamo comunque la lettura di questo documento, in quanto molti suggerimenti sono altrettanto validi per qualsiasi ambito medico di riferimento.

Un elemento importante, e che viene spesso sottolineato dalla Medicina Narrativa, è quello per cui la comunicazione va considerata come uno strumento indispensabile non solo all’interno del rapporto tra medico e paziente, ma anche all’interno di quello tra personale medico e familiari.

Clicca sulla copertina dell’opuscolo qui sotto per scaricarla in formato PDF.





Il Volo di Pègaso, raccontare le malattie rare. Quarta edizione

5 09 2011

Come ogni anno anche nel 2011 l’Istitutto Superiore di Sanità lancia la nuova edizione del concorso artistico – letterario “Il Volo di Pègaso, raccontare le malattie rare“. Un concorso che si inserisce all’interno del progetto di Medicina Narrativa dell’ISS.

Il Volo di Pegaso - quarta edizione

Dal comunicato:
Oltre alla narrativa, la poesia, la fotografia, la pittura, il disegno,  la scultura, lo spot, quest’anno ci sarà anche una sezione dedicata alla musica.  Il tema del concorso di quest’anno è ”In cammino”.
La malattia, infatti è un cammino, un percorso vero e proprio in cui ci si trova catapultati e nel quale si è costretti a volte persino a inventarsi una strada, a cercare una via d’uscita.
Chiediamo quindi di raccontare, parole o suoni, quel tratto di strada, o di immaginarlo, di provare a dire con immagini, suoni o parole, come può trasformare la vita l’esperienza della malattia, e di come può mostrarci un altro lato del mondo.

Il termine per l’invio delle opere è il 30 ottobre 2011. Qui potete scaricare il volantino in formato PDF.

Per saperne di più, vi invitiamo a visitare l’homepage del Centro Nazionale Malattie Rare www.iss.it/cnmr.

Vi invitiamo quindi a partecipare numerosi.





Cos’è la morte di una persona, se non esiste lo scorrere del tempo?

30 08 2011

Di tanto in tanto riceviamo dei racconti e delle storie legati a stati di malattia e non. Oggi vogliamo condividere sul nostro blog proprio uno di questi racconti, inviatoci da Giandomenico, per dare voce e spazio ai suoi pensieri.

Per sfortuna, o per fortuna, io non posso poggiarmi, in questi momenti così drammatici, sulla fede. Questo “dono” l’ho rifiutato e lo rifiuto. Piuttosto che zoppicare, aggrappandomi al bastone della credulità, preferisco fermarmi a contemplare l’assurdità di questa nostra esistenza.
Trovandomi accanto a mio padre, il cui corpo ancora respira, si muove, vive, anche se vive mi pare un termine non corretto per descrivere il suo stato vegetativo, penso sia però normale riflettere su cosa sia davvero il nostro Io. Cercare di comprendere la differenza che c’è, sempre che ci sia, tra il nostro corpo fatto di carne, ossa, cellule, e la nostra coscienza. Siamo solo quella serie di reazioni chimiche che avvengono nel nostro corpo? Quello scambio di impulsi elettrici tra neuroni, che la selezione naturale ha reso complesso ed affascinante, tanto da dar vita alla coscienza, ai sentimenti, alla creatività, all’umorismo?
O invece, quello che vediamo, è solo l’involucro che contiene qualcosa di più astratto. Qualcosa che non appartiene a questo mondo, o che comunque lo trascende. Qualcosa di inconcepibile, inafferrabile perché totalmente al di fuori delle nostre capacità cognitive. Come può esserlo una transazione finanziaria per un pesce rosso, per fare un esempio stupido.
Non so.
La mia parte razionale accetta anche che potremmo essere semplicemente macchine biologiche estremamente complesse. Mi porta a pensare che, a ben guardare, in questo universo multidimensionale in cui viviamo, contiamo quanto può contare una muffa cresciuta sulla roccia di un lontano deserto. Rispetto ai tempi con cui si muovono le galassie, noi siamo solamente un impercettibile tremolio.
Quindi, perché dovremmo essere qualcosa in più, rispetto alla polvere di cui sono fatte le stelle?
C’è però, restando sempre nel freddo terreno del razionale, la consapevolezza che, proprio perché il mondo lo vediamo attraverso questo corpo fatto di materia, questo filtro assolutamente effimero, la realtà possa essere differente.
La prigione più immediata a cui mi viene da pensare è il tempo. Il modo in cui ne percepiamo lo scorrere, come azzardavano antichi pensatori orientali, ma a ben vedere anche i profeti da cui sono poi nate le grandi religioni monoteiste, è un’illusione. La fisica quantistica ci ha dimostrato che l’eternità, è la vera veste con cui dovremmo guardare a questa dimensione.
Già così, comprendendo cioè che non esistono un prima ed un dopo temporale, tutta la nostra esistenza si svela per l’illusione che in realtà è. Se il tempo non scorre, allora quello che abbiamo davanti agli occhi è una bugia. Tutto va ripensato, alla luce di questa consapevolezza. Cos’è la morte di una persona, se non esiste lo scorrere del tempo? Se passato, presente e futuro esistono eternamente.
Non che questo risponda alla mia iniziale domanda. Potremmo comunque essere solamente macchine biologiche, incapaci di guardare oltre l’ombra riflessa nella caverna.
Però, la mia parte irrazionale, mi porta testardamente a pensare che, proprio questa consapevolezza che va oltre i nostri limiti, oltre i filtri che ci bendano i sensi, è la traccia di una coscienza non materiale. Io mi ostino a credere che, quella forza che ci permette di stravolgere gli istinti, con cui la natura ci ha programmato, non può essere solamente un errore nel programma. Io credo sia invece la volontà del pilota, per così dire. Una volontà che, chiamatela come volete, coscienza, anima o Io, non ha nulla a che vedere con il corpo di mio padre, steso in questo letto di ospedale.

Non è di questo mondo, ma rimane stagliata nell’eternità dell’esistenza.





Raccontami di te… percorsi di cura dei pazienti

2 08 2011

Qualche settimana fa è stato pubblicato un interessante articolo dedicato a progetti di Medicina Narrativa su Ripplemarks, un laboratorio di giornalismo partecipativo realizzato dall’Istituto degli Innocenti di Firenze con il supporto di LAMA Development and Cooperation Agency. Qui viene infatti pubblicata un’ intervista a Stefania Polvani, di Azienda Sanitaria Firenze, condotta dai ragazzi del progetto “Di Testa Mia” sulla Narrative Based Medicine.

Qui sotto il video realizzato sempre dai ragazzi “Di Testa Mia





La Medicina Narrativa, la cura delle parole

6 07 2011

Questo è il titolo di un articolo di Giorgio Bert pubblicato sul sito della Fondazione ZOE (Zambon Open Education). Generalmente il nostro approccio alla Medicina Narrativa tende a focalizzarsi verso l’individualità del paziente e del malato, ponendo poco l’accento su quella del personale medico e assistenziale. Come afferma Bert Si finisce col trascurare il fatto che anche il medico è una persona: anche il medico ha una storia personale, ha convinzioni, pregiudizi, valori, certezze, dubbi, paure, emozioni… La formazione professionale e l’esperienza insegnano a mantenere questi aspetti soggettivi sotto controllo, almeno fino a un certo punto, ma si tratta di uno sforzo che alla lunga si paga in termini di benessere.”

In reparti molto critici questo aspetto è molto importante. Il personale medico quanto il paziente necessita di strumenti e di sostegni che gli permetta di raccontarsi affinchè vi siano meno ostacoli all’interno di un valido rapporto terapeutico.

Cogliamo l’occasione per presentare l’iniziativa lodevole della Fondazione Zoe.

Come leggiamo sul sito, l’obiettivo di Zoé è quello di formare e crescere una nuova generazione di collaboratori, medici, pazienti, farmacisti, operatori dell’informazione capaci di superare i limiti attuali della comunicazione della salute e raggiungere il grande pubblico, grazie a nuove forme di comunicazione e di coinvolgimento che risultino accessibili ed efficaci, allo scopo di promuovere una cultura della salute basata sui principi della conoscenza e dell’informazione.





Nasce a Ferrara la Slow medicine

1 07 2011

Dopo l’intervista di cui vi abbiamo parlato ieri, siamo qui oggi a segnalarvi un altro articolo interessante pubblicato sempre su L’Espresso.

Il prossimo 29 giugno a Ferrara nascerà un movimento dal nome Slow Medicine, il quale si propone di combattere il modus operandi della medicina di oggi privata del dialogo tra i malati e i dottori per “sostituirlo con interventi medici spesso sproporzionati rispetto ai benefici, a volte potenzialmente rischiosi per la serenità del paziente e di non dimostrata efficacia per la salute.” Lo scopo è quello di avviare un movimento culturale che porti ad un cambiamento radicale all’interno di quello che è il rapporto medico-paziente che spesso è improntato più su tecnicismi che sul rapporto umano.

La Slow Medicine si pone quindi a supporto di alcuni dei fondamenti della Medicina Narrativa. Qui potete scaricare il file pdf dell’articolo pubblicato su L’Espresso.