medicina narrativa

Che cos’è la medicina narrativa?

Ognuno di noi ogni giorno racconta qualcosa: raccontiamo noi stessi agli altri, raccontiamo avvenimenti del nostro passato, raccontiamo quali siano le nostre aspettative per il futuro. La narrazione dell’esperienza personale dovrebbe avere un ruolo significativo nelle relazioni di cura, non solo in quelle interpersonali, perché è necessario che la sofferenza venga inserita in racconti reali diventare condivisibile e trasformarsi in risorsa.

Oggi la medicina ha fatto passi da giganti a livello di ricerca scientifico-tecnologica, ma ci si è comunque resi conto che questo non è più sufficiente. Questa medicina basata sull’evidenza, cioè quella che formula diagnosi a partire dai sintomi che il paziente manifesta, non tiene conto di tutti quegli aspetti emotivi che caratterizzano la persona ed influiscono, più o meno direttamente, sullo stato della malattia.

La Medicina Narrativa (termine coniato da Rita Charon, il suo abstract è reperibile qui) nasce proprio con il tentativo di risolvere questa mancanza, rivolgendosi sia al paziente che al medico, poiché entrambi sono persone, e come tali si relazionano tra di loro. Oggi la medicina è presente nella nostra vita quotidiana, e tutti abbiamo ormai familiarità con le strutture del sistema sanitario. Tuttavia, anche a causa della concezione aziendale sempre più adottata dagli ospedali, il rapporto tra medico e paziente sta andando affievolendosi e raffreddandosi. Il paziente viene visto più come un insieme di dati, e non come una persona con una storia alle spalle e dei bisogni. In questo senso la Medicina Narrativa si avvicina, filosoficamente parlando, agli approcci olistici tipici delle medicine non convenzionali, che a fronte di una classificazione rigida delle malattie, propongono una soggettivizzazione del paziente, visto in tutta la sua complessità e unicità psicosomatica.

Perché le storie sono così importanti nella medicina tradizionale? Le storie offrono l’occasione di contestualizzare dati clinici e soprattutto bisogni, e permettono di leggere la propria storia con gli occhi degli altri, apportando una ricchezza e una pluralità di prospettive oggi assenti. La scrittura permette al paziente di sentirsi non isolato, ma al centro della struttura e questo offre, a sua volta, agli operatori ospedalieri la possibilità di avere una visione più completa dei problemi. La narrazione della patologia del paziente al medico è qui considerata al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa.

La Medicina Narrativa non vuole contrapporsi alla medicina tradizionale basata sull’evidenza, vuole senz’altro essere uno strumento di supporto ad essa.
Si va oltre la valutazione della qualità delle cure sentita dal paziente (soddisfazione/insoddisfazione), mirando a ridefinire la pratica clinica nel suo complesso.

Tuttavia raccogliere e portare alla luce un’esperienza da parte del paziente non è facile, richiede tempi appropriati, riflessioni adeguate ed una formazione specifica. La Medicina Narrativa necessita, quindi, sia della capacità del medico di comprendere le storie dei pazienti, sia della capacità e della volontà del paziente a raccontare la propria storia. Ma fare Medicina Narrativa non significa solo raccontare se stessi attraverso la scrittura o la parola. Per raccontare la propria esperienza si possono utilizzare tecniche alternative: si può narrare il proprio stato d’animo con delle poesie, attraverso dei disegni, con delle fotografie, insomma con tutte quelle tecniche che permettono una narrazione.

La Medicina Narrativa permette di migliorare le relazioni tra:
– paziente e medico (e altre figure professionali del sistema);
– paziente e mondo esterno;
– paziente e struttura ospedaliera.

Può inoltre aiutare il paziente a:
– prendere decisioni (perché diventa più consapevole della sua situazione e non deve decidere della sua vita solo sulla comunicazione di semplici informazioni.
– restituire tempo e spazio, che generalmente in un ricovero ospedaliero si perdono completamente.
– relazionarsi con gli altri.
– dare testimonianze, che poi potranno essere utili per altri pazienti e per medici.

In america la Medicina Narrativa è stata ormai formalizzata anche all’interno delle strutture universitarie. Il modello concettuale della Narrative-Based Medicine (NBM) è stato sviluppato alla Harvard Medical School da B.J. Good. Poco meno di un anno fa è apparso sul New York Times (Zuger A., Doctors who wield the pen to heal the profession, 15 maggio) un articolo sul workshop di Medicina Narrativa, tenutosi alla Columbia University: per un intero fine settimana medici generalisti e specialisti si sono confrontati per apprendere strategie comunicative, esercitarsi all’ascolto, sviluppare la capacità di raccontare e anche di scrivere le storie e le esperienze di cui sono testimoni quotidianamente.

In Italia è stata rivolta poca attenzione a questa metodologia. Ma vi sono alcuni enti e soggetti che se ne stanno occupando. L’Istituto Superiore di Sanità vi ha dedicato un’ampia sezione del suo portale, con una completa selezione bibliografica dalla letteratura internazionale ed un progetto di ricerca davvero di grande interesse.

Un’altra iniziativa interessante è quella svolta dal Prof.re Antonio Virzì (Clinica Psichiatrica, Università degli Studi di Catania) con il suo sito internet, dedicato interamente alla medicina narrativa.

> Potete trovare questo nostro articolo anche sul sito OctopusMed.

63 responses

5 03 2008
bibomedia

🙂

20 03 2008
Giorgio Bert

Da una decina d’anni l’Istituto CHANGE di Torino organizza seminari e corsi di medicina narrativa e di counselling narrativo . Da questa esperienza è nato il libro di G. Bert sul tema.
Altre iniziative di Medicina Narrativa sono in atto in diverse città: ad esempio nei prossimi due mesi avrò occasione di intervenire sul tema a Verona, a Rimini, a Vicenza, a Milano, a Bellinzona…
Sarebbe importante costruire una rete di collegamento e di confronto sui metodi e sulle tecniche, che preveda inoltre momenti di valutazione delle rispettive esperienze in ambito sia formativo che relazionale.
Cordialmente
Giorgio Bert

24 06 2008
Salvatore Dipasquale

ciao ragazze!
appena ricevuta la vostra mail, mi sono precipitato a visitare il sito. colgo l’occasione per farvi i complimenti non solo per l’iniziativa, ma anche per come avete strutturato il sito!
speriamo di poter collaborare in qualche modo a breve…
ciao e a presto!

18 04 2009
il guardiano

credo che dove la medicina si fa più tecnocologica, protocollata, estrema (nel bene e nel male), c’è bisogno di riempirla di umanità, per non perderne il senso, lo scopo. Ai confini tra terapie eroiche e accanimento terapeutico non c’è macchina che ti dia le risposte giuste, non c’è farmaco che ti risolva i problemi. Non so se nottidiguardia.it possa essere considerato un sito di medicina narrativa, ma più leggo sull’argomento, e più mi accorgo che ne condivido pienamente i principi.
grazie

27 04 2009
Mariarita Cajani

Sono una pediatra, desiderosa di riflettere e confrontarmi con le esperienze umane che quotidianamente il mio lavoro mi offre. Le esperienze e le emozioni , se vengono scritte, possono diventare degli strumenti fondamentali per rivedere e migliorare i nostri comportamenti verso gli altri, con grande vantaggio per la nostra crescita professionale.
Consiglierei a chi si avvicina alla medicina narrativa di visitare il sito della Libera Università dell’autobiografia di Anghiari. http://www.lua.it. Ci sono percorsi di formazione interessanti con docenti preparati, tra cui un seminario specifico: Scrivere l’esperienza di malattia, condotto da Lucia Zannini, un’esperta di questa materia.
Anche l’orizzonte del nostro ambulatorio può diventare immenso in un giorno di visite monotone e di routine. Non dipende da ciò che vediamo, ma da come guardiamo il paziente che abbiamo di fronte.
Credo che il guardiano abbia creato un bellissimo sito di medicina narrativa. Io lo leggo ogni giorno , mi commuovo, rifletto e riscopro il significato vero del mio essere medico.
Grazie guardiano. Chissà che un giorno anche noi pediatri riusciremo a seguire le tue orme e creare un sito analogo.
A me piacerebbe moltissimo.

16 08 2009
furio panizzi

Sul nostro sito http://www.uildmlazio.org
a settembre 09 viene promosso un seminario a Roma ” Medicina Narrativa in Riabilitazione”
“MEDICINA NARRATIVA IN RIABILITAZIONE”

DATA CORSO 29 SETTEMBRE 2009 EDIZIONE UNICA
¬¬
Sede del Corso Via Prospero Santacroce, 5 Orario di svolgimento: 10.00 – 18.00
per Info: infocorsi@uildmlazio.org – tel. 06.6604881

21 11 2009
antonella

sno un’infermiera del policlinico Tor Vegata di Roma sto frequentando un ECM “Scrivere la Cura” in cinque giornate di 7 ore ciascuna. Vi posso assicurare che avvicinarsi alla medicina narrativa è un arricchimento che non ha eguali nelle relazioni di aiuto.
Vi lascio con un petit-onze

tu
mi narri
la storia della
tua malattia io ti
curo

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Leah

Sono una pediatra, desiderosa di riflettere e confrontarmi con le esperienze umane che quotidianamente il mio lavoro mi offre. Le esperienze e le emozioni , se vengono scritte, possono diventare degli strumenti fondamentali per rivedere e migliorare i nostri comportamenti verso gli altri, con grande vantaggio per la nostra crescita professionale.
Consiglierei a chi si avvicina alla medicina narrativa di visitare il sito della Libera Università dell’autobiografia di Anghiari. http://www.lua.it. Ci sono percorsi di formazione interessanti con docenti preparati, tra cui un seminario specifico: Scrivere l’esperienza di malattia, condotto da Lucia Zannini, un’esperta di questa materia.
Anche l’orizzonte del nostro ambulatorio può diventare immenso in un giorno di visite monotone e di routine. Non dipende da ciò che vediamo, ma da come guardiamo il paziente che abbiamo di fronte.
Credo che il guardiano abbia creato un bellissimo sito di medicina narrativa. Io lo leggo ogni giorno , mi commuovo, rifletto e riscopro il significato vero del mio essere medico.
Grazie guardiano. Chissà che un giorno anche noi pediatri riusciremo a seguire le tue orme e creare un sito analogo.
A me piacerebbe moltissimo.

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